Momento del no dei nerazzurri, a Lecce il Pisa cade ancora

Perdere a Lecce ci può stare. L’avversario è forte, ha blasone, ha peso specifico con la classe arbitrale, per cui uno stop poteva essere messo in conto. Pronti via regalare un gol non è però ammissibile. Significa aver lasciato la testa negli spogliatoi. E di questo, il Pisa e il suo allenatore, devono fare un sano mea culpa. Inoltre, a partita chiusa ( 2-0 in dieci contro undici), anche se l’arbitro ha manie di protagonismo, è da folli chiudere il match in otto compromettendo così anche la sfida successiva. Adesso bisogna leccarsi le ferite, riordinare le idee e vincere con il Viareggio domenica prossima, per regalarsi un Natale se non da protagonisti, quantomeno nelle zone nobili della graduatoria. Sperando che Gennaio porti consiglio.

Pisa, la maglia da gioco 2011/12Il Match. Il Pisa deve rinunciare soltanto all’infortunato Mingazzini e così Pagliari rilancia Rozzio al centro della difesa con Kosnic a sinistra e Sabato in panchina. Cia è preferito a Martella e Bollino viene proposto alle spalle di Arma. Lerda ha l’infermeria piena e diversi giocatori acciaccati ma può comunque contare sull’estro di Miccoli e sull’esperienza del duo Amodio-Bogliacino. Prima del fischio di inizio da registrare un minuto di raccoglimento per la scomparsa dell’ex presidente del Pisa Enrico Gerbi. Pronti via e il Pisa è sotto. Miccoli da corner pesca Diniz che lasciato incomprensibilmente solo non ha problemi ha svettare e battere Provedel. Il Lecce continua a fare la partita ma non sfrutta a dovere due svarioni di Provedel che con rinvii imbarazzanti permette prima a Melara e poi a Doumbia di sfiorare il raddoppio. Il Pisa prova a scuotersi e prima un tiro cross di Pellegrini costringe Perucchini alla deviazione, poi Cia a due passi dalla porta centra in pieno il palo non sfruttando a dovere un gran cross di Napoli. Sarà uno degli ultimi sussulti dei neroazzurri che al 40’ restano in dieci a causa del doppio giallo a Rozzio, che stende Miccoli lanciato a rete. Sul finire del tempo il Lecce raddoppia sull’asse Miccoli-Bogliacino, con quest’ultimo che penetra in area e fredda Provedel. La ripresa vede un Pisa propositivo ma sterile in attacco, incapace di impensierire Perucchini se non con qualche conclusione dalla distanza. Al 61’ però l’arbitro decide di annientare le flebili speranze di rimonta neroazzurre ammonendo per la seconda volta Pellegrini, reo di aver simulato in area di rigore salentina. Pagliari vorrebbe correre ai ripari togliendo Cia che, proprio mentre sta uscendo, viene espulso per aver detto qualche parola di troppo al guardalinee. Pisa in otto, Lecce che si accontenta e gara che si trascina lentamente sino al termine. Giornata senza dubbio da archiviare.