Pensieri leggeri

Fortuna o sfortuna, resta la prestazione e un bel punto a Brescia

La fortuna e la sfortuna, due componenti dei quali non se ne può proprio fare a meno nella vita. Per fortuna che c’è stato quel tocco di mano di Tonali durante l’azione che ha portato al gol Aye. Ma che sfortuna su quel tiro di Castrovilli all’ultimo tuffo deviato da Vlahovic sul fondo. E così si esce dal Rigamonti con un punto, che allunga la striscia positiva dei viola, iniziata con la Juve e che consolida le certezze della squadra di Montella, la quale, gol a parte annullato dal VAR e un colpo di testa di Balotelli, non ha concesso niente alle rondinelle. Montella era ripartito dalle certezze di sempre, confermando in pianta stabile l’undici delle meraviglie. Ma nel finale ci ha provato a cambiare, ad inserire una punta per vedere di sfondare la diga lombarda. Non ce l’ha fatta, ma ci è andato vicinissimo. Sottil si è mosso bene sulla destra ed è stato proprio lui a dare le scosse finali alla fase offensiva. Il Brescia era alle corde e la rete poteva starci, non è arrivata, fa lo stesso. Ma probabilmente una gara del genere lo scorso anno la Fiorentina l’avrebbe persa e questo non è un dato da poco. La Fiorentina ha imboccato la strada giusta. Dopo le prime due sconfitte con Napoli e Genoa, il modulo di gioco è cambiato e, come abbiamo detto, l’ingresso di Caceres dietro e di Ribery davanti sono stati infusi di fiducia non indifferenti per il resto della squadra. Il pareggio a reti di bianche di ieri sera regala un mezzo sorriso. Ovvio che ci si aspettasse qualcosa di più, ma è pur ovvio che il bicchiere è mezzo pieno e non certo mezzo vuoto. La crescita di Castrovilli è impressionante e viene da chiedersi perché lo scorso anno siamo stati costretti a giocare con Gerson ed Edimilson Fernandes quando avevamo questo talento parcheggiato a Cremona. Misteri. La difesa ha retto e per la seconda partita consecutiva non ha subito gol. La rabbia di Chiesa dopo la sostituzione può esser vista in mille modi e cerchiamo di essere positivi. Era infuriato perché voleva continuare a restare in campo ed invece Montella lo ha spedito negli spogliatoi anzi tempo per far posto a Vlahovic. Altro che arrabbiatura per il giallo o per altri motivi. Voleva combattere fino al novantesimo, tutto qua. Ed anche questo è un segnale positivo. Perciò prendiamoci questo zero e a zero e andiamo avanti, in quanto domenica arriva una partita molto molto importante. Al Franchi c’è la Lazio di Lotito, reduce dal vibrante e polemico 3-3 contro l’Atalanta. Un match che varrà tanto in chiave europea, perché i biancocelesti saranno fino alla fine una delle squadre che lotterano per uno dei primi sette posti. Uno scontro che si preannuncia difficile, vista anche la tradizione abbastanza favorevole che le romane hanno quando giocano al Franchi. La Fiorentina è chiamata a un’altra impresa dopo quella di Milano, perché se dovesse arrivare una vittora, lo scenario in classifica cambierebbe e non poco.