Carrarese, il presidente del collegio sindacale Boggi rassicura: “Non ci toglieranno neanche un punto”

Fabio Oppicelli, presidente della Carrarese

Un fulmine a ciel sereno, di quelli che mettono proprio paura e fanno rizzare i capelli in testa. Il botto al cuore è arrivato ieri pomeriggio, quando sull’Ansa è apparsa una notizia da brivido: la Carrarese è deferita dalla Commissione Disciplinare Nazionale, su segnalazione della Covisoc (link). Il presidente Fabio Oppicelli, si legge nel testo, è stato deferito “per non aver provveduto, nei termini stabiliti dalla normativa, al deposito della dichiarazione attestante il pagamento del debito Iva relativo al periodo d’imposta anno 2009”. Apparentemente una cosa seria. A rassicurare tutti attraverso le pagine de Il Tirreno è però il commercialista Lucio Boggi, presidente del Collegio Sindacale della Carrarese, l’uomo che materialmente si è occupato dell’inscrizione della squadra azzurra al campionato 2011-12. «Intanto – spiega Boggi – non parlerei di deferimento, ma di un richiamo, una segnalazione di secondo piano, anche perché noi coi pagamenti siamo assolutamente in pari». Boggi appare tranquillo: la Carrarese non rischia nessun punto di penalizzazione e neanche una multa. «Non esistono i termini per toglierci neanche 1 punto. Non è tecnicamente possibile, perché loro avrebbero dovuto segnalarci l’esistenza di un inadempimento entro il 9 luglio e noi avremmo avuto tempo fino al 15 luglio per fare ricorso. Oggi i termini sono ampiamente scaduti, ma non solo, abbiamo già ricevuto il comunicato della Figc che eravamo regolarmente iscritti al campionato senza punti di penalità. E’ tutto scritto nero su bianco». Perché, quindi, questa lettera il 7 di ottobre? «Io credo che questo comunicato verta su una incomprensione relativa ad una documentazione integrativa prodotta dall’Agenzia delle Entrate di Carrara relativa al totale pagamento dell’iva, che era già stata effettuata. Si tratta addirittura di un eccesso di zelo da parte nostra». Il testo fa riferimento all’iva 2009, come mai? «Le dichiarazioni fiscali – continua Boggi – hanno la scadenza al 30 settembre dell’anno successivo. Quindi la dichiarazione del 2009 va al 30 settembre 2010. Poi c’è un anno di tempo, quindi 30 settembre 2011, per risanare un eventuale debito. Per esigenze di iscrizione ai campionati la Federazione anticipa però questa scadenza al 30 giugno. Quindi entro il 30 bisogna dimostrare di essere in pari coi contributi versati ai giocatori, gli stipendi versati fino ad aprile e anche col pagamento dell’iva. Quest’ultima tra l’altro è una norma nuova. Noi abbiamo fatto tutto quello che ci era stato richiesto entro le scadenze fissate e il 30 giugno abbiamo inviato tutta la documentazione. Quindi francamente penso che questo richiamo si riferisca a quell’ulteriore comunicazione che a scanso di equivoci abbiamo richiesto all’Agenzia delle Entrate, affinché testimoniasse che i nostri adempimenti erano stati tutti rispettati entro i termini. Quel documento, scritto dall’Agenzia il 30 giugno, probabilmente deve essere arrivato sul tavolo della Federazione il 7 luglio. Tutto qua. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. I tifosi e la città possono stare tranquilli. Al massimo ci possono invitare ad essere più puntuali in futuro, ma c’è anche da dire che poco prima di maggio era andato via il nostro ragioniere Micheli, che si era sempre occupato di tutto. Anche per questo abbiamo compiuto un miracolo per aver fatto tutte le cose nella maniera giusta». Presenterete ricorso? «Chiameremo la Figc e vedremo, ma non dovrebbe esserci neanche bisogno di ricorsi, non essendo in ballo penalità. Chiaramente faremo valere le nostre ragioni, se ci diranno che abbiamo commesso qualche errore, cosa che oggi non ci ha detto nessuno. Per adesso ci è solamente arrivata questa comunicazione che non parla di mancato pagamento. Ripeto non esistono problemi, meglio pensare a vincere domenica in campo contro il Frosinone».

Una notizia inaspettata anche per il presidente Fabio Oppicelli: «Non ci aspettavamo proprio una cosa del genere. Per noi era tutto a posto. Sicuramente, se sarà necessario, faremo ricorso, perché ci riteniamo nel giusto sotto l’aspetto morale. Si tratta di un disguido formale e siamo pronti a contattare i nostri legali».