Carrarese – Pistoiese, il post-partita di Lucarelli

Il mister della Pistoiese Cristiano Lucarelli commenta il 3-3 di Carrara. Il tecnico arancione è stato socio della Carrarese dal 2010 al 2012 insieme a Buffon, Mian e Tomasos.

US Pistoiese 1921 (logo)«Ho visto diversi gol di pregevole fattura, però, parlo di quelli che abbiamo subito noi, viziati da errori individuali che non devono accadere. Stiamo cercando di trovare un equilibrio, visto che abbiamo una rosa di 25 giocatori nuovi. La Pistoiese che torna in questa categoria, sia con l’Ascoli che con la Carrarese ha mostrato qualche difettuccio sotto il profilo dell’esperienza. Abbiamo espresso tanto, ma in questa categoria si pagano anche le minime disattenzioni. Dobbiamo fare un salto di qualità e cercare di avvicinarci il più possibile alla perfezione».

Abbiamo visto una Pistoiese battagliera.

«Sicuramente lo spirito da battaglia, che cerco d’inculcare a questi ragazzi, è associato anche al cercare di giocare a calcio. Anche oggi abbiamo cercato di fare la partita anche se la Carrarese è stata brava a giocarci addosso e a non permetterci il solito palleggio che cerchiamo di proporre. Loro ci venivano a prendere molto alti con i due attaccanti ed il trequartista e spesso ci costringevano a giocare palla lunga, cosa che non fa parte delle nostre abitudini. Noi abbiamo quasi tutti giocatori piccoli e rapidi e siamo schiavi della palla a terra. Il loro allenatore (Remondina ndc) è uno bravo, ha preparato molto bene la partita e ci ha creato qualche difficoltà. Quando ho visto che non si riusciva a superare questa fase iniziale di palleggio ho cambiato modulo. Ci siamo messi col 4-2-4, cercando la giocata diretta sui due esterni Piscitella e Falzerano. Mi è dispiaciuto del calcio di rigore, perché in quel momento avevamo preso la partita in mano anche dopo il 2-2 e poteva venirne fuori qualcosa di diverso. Siamo stati costretti a dover rincorrere e siamo stati bravi, perché ci abbiamo creduto fino alla fine, anche con un poco di fortuna che magari c’era mancata con l’Ascoli».

Parlaci del tuo rapporto con Nelso Ricci. Qui tu eri un socio della Carrarese e lui un tuo dirigente, mentre a Pistoia lui è il direttore sportivo e tu il suo allenatore.

«Con Nelso c’è un rapporto che parte dai tempi del Livorno quando ancora giocavo. Quando mi ha prospettato di allenare la Pistoiese ho lasciato perdere tutti i discorsi che avevo in ballo, di cui uno con una squadra di serie B, perché sapendo che con lui, grazie alle sue conoscenze e alla sua esperienza, alla fine sarebbe venuta fuori una squadra interessante. Mi sono gettato in questa avventura, anche perché mi intrigava il fatto di iniziare d’accapo con tutti i giocatori nuovi. Era un po’ quello che cercavo io: un allenatore giovane ha bisogno di un ds esperto. Cosa che l’anno scorso a Perugia non avevo e ho pagato quella situazione. Invece riguardo a Nelso, mi sembrava la scelta giusta lavorare fianco a fianco con una persona che conosco, che stimo e che può farmi crescere. Questo è solo il terzo anno che faccio l’allenatore e avere un uomo di esperienza come lui, è congeniale nella mia crescita. E’ chiaro che – scherza Lucarelli – per colpa sua oggi (sabato ndc) ho preso qualche offesa, anche se non centravo niente, perché tutto sommato penso di aver fatto qualcosa d’importante per la Carrarese, ma va bene così: nell’habitat stadio ci sta tutto».

Che impressione ti ha fatto questa Carrarese?

«Ha confermato ciò che pensavo. Loro l’anno scorso nel girone di ritorno hanno fatto più punti di tutti. Sono una squadra esperta, con età media superiore alla nostra, con un allenatore esperto e bravo. Una squadra che ha cambiato meno di tutti in assoluto: lo dimostra il fatto che i loro ultimi arrivi sono arrivati alla fine del mercato e nessuno era in campo dal primo minuto. La Carrarese è già squadra; noi dobbiamo diventarlo, perché tre gol subiti non fanno felice l’allenatore. Io non mi sono divertito molto. Abbiamo commesso errori individuali che non devono accadere. Noi lavoriamo tantissimo anche sulla fase difensiva. Ad esempio nell’occasione del primo gol, i quattro dietro devono stare più stretti. Quel gol è stata un po’ una pugnalata. Stiamo ancora cercando un equilibrio, perché in certe situazioni possiamo fare meglio».

Sei rimasto in contatto con Buffon? Vi siete sentiti alla vigilia della partita?

«Non ci siamo sentiti in questi giorni. Siamo ancora in contatto, però non mi sembrava l’occasione sentirci prima di questa partita. Con Gigi ho un buon rapporto. Abbiamo fatto insieme l’avventura nella Carrarese e ritengo che quella sia stata la società economicamente più forte nella storia di questa squadra, tra Tomasos che ha trenta petroliere in giro per il mondo, Mian, Gigi e il sottoscritto. Io ero il più povero dei quattro, però anch’io ho dato il mio contributo e penso che qualche anno fa sia stata persa una bella occasione. Se ho rimpianti? No, io penso di aver fatto il mio. Da forestiero sono venuto qua, su invito di Nelso Ricci che un giorno mi chiamò pregandomi di cercare degli amici che potessero salvare la Carrarese. Io misi in piedi in un paio di giorni con le mie amicizie personali una società di tutto rispetto dal punto di vista economico. Abbiamo subito messo la Carrarese nelle condizioni di essere ripescata, di vincere il campionato successivo e di sfiorare i playoff per la B l’anno dopo. Tutto sommato ritengo, da forestiero, di aver dato il mio piccolo contributo a questa causa».