Pepito Rossi uno di noi!

Ho incontrato Pepito per la prima volta a Villareal. Non lo avevo mai visto da vicino. Mi trovavo insieme al mio amico Marco, con cui trascorrevo le ferie in Spagna, nello stesso albergo della Fiorentina, che la sera doveva giocare un’amichevole contro il “sotto marino giallo” al Madrigal.Fiorentina - Juventus (Coreografia Curva Fiesole, Stadio Franchi) Ricordo ancora che all’arrivo del pullman gigliato scendemmo nella hall dell’albergo, io per salutare i ragazzi dell’ufficio stampa e Marco, giustamente, per vedere da vicino i giocatori viola e per scattare qualche foto.
Marco sembrava un bambino al luna park. Io con la macchina fotografica in mano o meglio, con il suo smartphone e lui a farsi le foto con Borja Valero e compagni. Stavamo quasi per tornare in camera, del resto, io volevo andarmene in spiaggia. Ma ad un tratto dalla grande porta a vetri arrivò un giovanotto bassino, vestito da americano con due occhi celesti come il cielo caldo della Spagna del Sud. “Un attimo c’è Rossi” mi fermò il mio amico, mentre io avevo già pigiato il pulsante di chiamata dell’ascensore. “No, che palle, un’altra foto” pensai. Ma del resto era la sua unica occasione per vedere i proprio beniamini “vis à vis” e un po’ scocciato ripresi lo smartphone e tornai a fare il fotografo.
Pepito era un metro da me che stava firmando autografi a destra e manca a spagnoli e non. Logicamente arrivò il turno del Coma (Marco, il mio amico, che di cognome fa Comanducci, da lì Coma). “Posso fare una foto con te” chiese il Coma gentilmente. Giuseppe Rossi acconsentì e io immortalai il momento con un click. Marco, felice come una ragazzina di 15 anni che vede Raul Bova, si rivolse a Pepito e gli disse “grazie mille” . Rossi lo guardò e replicò “Macchè, grazie a voi che siete qua!” Lì per lì non detti molto peso alla risposta, era troppa la voglia di andare in spiaggia, di fare un tuffo e di spaparanzarmi al sole.

Ho ripensato a quel momento domenica sera, quando sono tornato a casa dal Franchi. Nervosissimo, incazzato nero per quello che era successo, tanto da non prendere sonno. A letto con in mano il mio tablet, per avere notizie, cliccavo come un ossesso  tutte le icone delle app dei siti della Fiorentina e dei migliori social network: “Siamo arrabbiati perché oltre a un gran giocatore, perdiamo una grande persona” recitavano più o meno i virgolettati provenienti dalle parole dei dirigenti viola. Riuscii a ritornare per un attimo a Villareal in quel preciso momento in cui Pepito disse quelle parole al Coma. “Grazie a voi di essere qui!” In quella risposta era rinchiusa quella gran persona, descritta dai vertici gigliati. Un giocatore che ringrazia i suoi tifosi che gli hanno chiesto una foto. Incredibile. Un gesto che tutti dovremmo prendere per esempio.
Adesso  la rabbia è smaltita,  l’irritazione per qualche assurdo post sui social network è dimenticata. Adesso abbiamo saputo che l’infortunio di Pepito non è grave, come si temeva in quel finale drammatico di Fiorentina-Livorno. Adesso restiamo qua, ad aspettare che Giuseppe torni in campo, per regalarci ancora gol ed emozioni, come quella volta che segnò una tripletta alla Juve.

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