Comunicato Societario (1 ottobre 2025)

Durante
l’ultima
giornata
del
campionato
di
Serie
A
il
Pisa
Sporting
Club
si
è
trovato,
suo
malgrado,
ancora
protagonista
(7
giorni
dopo
l’episodio
di
Napoli-Pisa)
di
un
nuovo
capitolo
della
“giurisprudenza”
arbitrale
per
quanto
riguarda
l’interpretazione
dei
tocchi
di
mano-braccia
nell’aria
di
rigore.

Come
ogni
martedì,
a
“Open
Var”,
abbiamo
ascoltato
con
grande
attenzione
le
spiegazioni
regolamentari
di
Gianluca
Rocchi,
il
designatore
della
Can
di
Serie
A
e
B.

Il
Pisa
SC
prende
atto
delle
delucidazioni
fornite
e
ritiene
che
queste,
provenendo
da
un
Organo
Ufficiale
e
rappresentando
dimostrazione
di
apertura
al
dialogo
e
alla
trasparenza,
vadano
accettate
e
rispettate,
in
linea
con
lo
stile
del
nostro
Club. 

Nonostante
ciò,
pur
avendo
ascoltato
con
grande
attenzione
le
argomentazioni,
nel
rispetto
dei
ruoli
e
delle
competenze,
ci
troviamo
in
evidente
disaccordo.

Nel
caso
specifico,
l’interpretazione
dell’episodio
che
ha
visto
protagonista
Marin
Pongracic,
difensore
della
Fiorentina,
risulta
contraria
rispetto
a
quanto
accaduto,
ad
esempio,
in
Spagna-Germania
a
Euro
2024:
il
braccio
di
Marc
Cucurella

allora
non
sanzionato
col
rigore
dalla
squadra
arbitrale
di
Anthony
Taylor

venne
poi
definito,
dagli
organi
preposti,
“sempre
punibile”.

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Episodio Cucurella Euro 2024 1

Non
a
caso,
nel
corso
degli
anni,
durante
le
riunioni
informative
con
gli
arbitri,
è
stato
infatti
sottolineato
che
“le
braccia
che
aumentano
il
volume
del
corpo
portano
sempre
a
una
sanzione”.
Per
questo
motivo,
negli
ultimi
tempi,
tanti
calciatori,
inclusi
quelli
del
Pisa,
si
sono
trovati
a
difendere
con
le
braccia
dietro
la
schiena,
com’è
successo
per
esempio
a
Mehdi
Leris
durante
il
primo
tempo
contro
la
Fiorentina.

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Ciò
detto,
il
Pisa
Sporting
Club
è
da
sempre
aperto
al
cambiamento,
all’innovazione
e
alle
modifiche
regolamentari
e
interpretative.

Se
la
valutazione
del
tocco
col
braccio
in
area
di
Pongracic
costituisce
una
nuova
linea
interpretativa,
la
accettiamo,
auspicando
che
possa
essere
d’aiuto
per
il
presente
e
il
futuro
del
campionato
e
possa
contribuire
ad
uniformare
il
giudizio
e
ad
agevolare
i
calciatori
nella
gestione
degli
interventi
difensivi.

Augurandoci,
però,
di
non
essere
nuovamente
coinvolti,
fra
qualche
mese,
in
episodi
“modello”
che
servano
a
chiarire
nuove
linee
interpretative
o
rappresentino
una
innovativa
“giurisprudenza” arbitrale.