Livorno sugli scudi a Gubbio

Narra la leggenda di S:Francesco che in quel di Gubbio c’era un lupo cattivissimo che sbranava animali e uomini, ma che invece al cospetto del Santo che lo redarguì il terribile lupo divenne innocuo e manso.E come nella leggenda, gli amaranto di Madonna hanno ammansito, magari con un po di fortuna, i lupi eugubini che però di cattivo avevano ben poco e che dopo il rovescio subito nella gara di debutto di mister Alessandrini avrebbero sicuramente dovuto mettere più cattiveria ed intensità per poter battere il Livorno che ieri, dobbiamo dirlo, ha giocato discretamente bene per almeno settanta minuti calando poi vistosamente di condizione atletica e subendo il solito assurdo goal per distrazione totale ed ancora una volta nell’area piccola a due passi dalla riga bianca e qui ci sorge spontanea una domanda. Ma insegnano a Bardi che da quando esiste il calcio c’è una regola non scritta ma che vale per tutti i portieri e che dice che i palloni che transitano nell’area di porta devono essere esclusività dell’estremo difensore? probabilmente no perchè adesso i goal presi da quella posizione sono evidentemente troppi ed allora occorrono rimedi in tal senso, perchè solo nelle ultime gare la cosa si è ripetuta costantemente col risultato di regalare due punti all’Empoli, poi altri due sabato passato al Modena e questo stava per accadere pure ieri solo che per fortuna nostra i rossoblu dopo che in dieci uomini avevano raggiunto il pari hanno fatto letteralmente karakiri venendo tutti avanti nel tentativo di vincere la gara esponendo così il fianco al contropiede di Siligardi che ha fornito un assist al bacio per il redivivo Bernacci che ha collocato in rete quel pallone che rida tre punti importantissimi alla squadra labronica.

Tre punti pertanto che mantengono la distanza sulla quintultima ma certo che anche ieri il Livorno ha sprecato troppo, sceso in campo privo di Dionisi con Siligardi a supporto di Paulinho sacrificatosi alla grande in un lavoro di recupero e movimento, con Schiattarella che si inseriva tanto da avere sul piede per due volte la palla del raddoppio e che se nella prima occasione non ha concretizzato per un recupero monstre dell’eterno Marcello Cottafava (ma che splendido difensore) sulla palla che stava entrando in rete, nella seconda ha sparacchiato malamente, poi nel secondo tempo la squadra labronica ha forse subito un po troppo ed anche questo dovrebbe essere oggetto di verifica perchè ci sembra che la cosa avvenga ormai in maniera costante e preoccupante e pure per questo una tiratina d’orecchie al “professorino” Madonna che forse non ha visto la condizione di apnea di Belinghieri che ormai non ne aveva più dopo avere peraltro disputato una buonissima gara, sostituendolo forse tardivamente ed ancora una volta a frittata compiuta, cioè pareggio del Gubbio.

E meno male che Bernacci si è ricordato di essere stato calciatore dalle grandi prospettive quando militava nella primavera cesenate ed ha messo in rete nel recupero quel pallone che potrebbe avere una importanza fondamentale nella classifica finale.

Ed ora venerdì arriva il Padova sicuramente incazzato per l’inopinata sconfitta interna col Crotone.