Fiorentina, un’impresa da grande. La zona Champions è più vicina

Era quello che Firenze stava aspettando. La Fiorentina passa all’Olimpico contro la Lazio e lo fa in maniera autoritaria con un gol per tempo e con un atteggiamento da big. In un colpo solo Lazio e Inter (sconfitta al Meazza per mano del Bologna) sono scavlcate e la classifica dice quarto posto. Montella non sbaglia niente, i suoi uomini migliori a centrocampo (Pizarro e Valero) tessono la tela del ragno e imbrigliano la Lazio, i capolavori balcanici stendono definitivamente i romani. Borja Valero - Fiorentina (violachannel.tv)Pektovic, sì paga a caro prezzo l’impegno di giovedì con lo Stoccarda, ma il duello col collega Montella lo ha perso. Troppo spazio concesso a Valero e a Cuadrado, Pizarro il più delle volte non era aggredito a dovere e nessuna idea davanti. Tante pallonate nella bolgia dell’area di rigore viola e pochi, anzi pochissimi risultati. I gigliati menano le danze fin dall’inizio, Jovetic fallisce la prima occasione ma è un killer alla seconda. Valero fa una finta da sogno e il montenegrino disegna un destro a girare che Marchetti osserva scorrere vicino al palo destro. La Lazio sbanda, ma non va fuori strada, Dias spreca la palla del pari e Floccari non riesce a farsi largo tra Savic, Gonzalo e Tomovic. La Fiorentina ha il pregio di restare ordinata, anche nella difficoltà del finale di tempo, che trova un prepotente ritorno bianco celeste. Il ghigno di rammarico di Pektovic al fischio di Gervasoni per il riposo, la dice lunga su quale fosse l’inerzia della gara in quel momento. Gli uomini di Montella hanno avuto gli attributi di uno scalatore delle vette pirenaiche al Tour de France. Hanno osservato i loro rivali, li hanno guardati fissi negli occhi, li hanno lasciati sfogare poi hanno assestato la pedalata che li ha lasciati stecchiti. Lo scatto decisivo è arrivato ad inizio di ripresa, quando il pallone calciato da Ljajic su punizione è schizzato sull’erba bagnata e ha terminato la sua corsa nell’angolino. Gli aquilotti storditi non hanno mollato la presa e i secchi d’acqua che cadevano giù sull’Olimpico hanno trasformato il terreno di gioco in un Vietnam pieno di insidie. Bastava un pallone sporco o una maldestra deviazione a riaprire i giochi, ma i ragazzi di Montella hanno saputo districarsi bene nell’acquitrino romano. Non hanno rinunciato al loro ampolloso possesso palla, ma allo stesso tempo hanno badato al sodo in difesa calciando lontano ogni pallone che poteva diventare una possibile minaccia per Viviano, che ieri sera è tornato ai suoi livelli, compiendo almeno un paio di interventi prodigiosi (si veda la punizione di Hernanes e la botta di Floccari nel finale). Alla fine lo 0-2 ci sta tutto, e adesso è lecito pensare più serenamente all’Europa, sia quella dei piccoli (Europa League), sia quella dei grandi (Champions). Il calendario sorride alla Fiorentina, che si ritrova a dover affrontare tra le mura amiche le restanti due avversarie dirette per l’Europa: Milan e Roma. A questo valore positivo ne va sommato un altro di non poco conto: le ultime tre giornate saranno con Siena, Palermo e Pescara, che in quei giorni potrebbero avere già più di un piede nella serie cadetta. Adesso è tutto in mano di Jovetic e compagni, che non dovranno abbassare assolutamente la guardia a cominciare dallo spigoloso avversario di domenica prossima: il Genoa di Ballardini.