Carrarese, grande successo della festa del Centenario

Lunedì 8 dicembre si è svolta la festa che ha ufficialmente chiuso l’anno del centenario della società di piazza Vittorio Veneto. A salutare il primo secolo di vita della Carrarese tanti personaggi che ne hanno fatto la storia, in primis il CT della Nazionale Marcello Lippi e Corrado Orrico, che negli anni ’80 fu protagonista dell’epoca d’oro della squadra apuana.
Articolo di Luca Santoni

Auguri alla Carrarese!

Auguri alla Carrarese!

CARRARA. Una celebrazione riuscita in pieno, quella organizzata lunedì 8 dicembre presso lo stadio “Quattro Olimpionici Azzurri” (che i nostalgici chiamano ancora “dei Marmi”) da Giorgio Corsi, responsabile marketing della Carrarese. La società ha voluto salutare in grande stile l’anno che ha sancito il primo secolo di vita della squadra di Carrara, nata nel 1908, chiamando a raccolta tantissimi volti che hanno segnato pagine indelebili, allegre o tristi poco importa, della storia azzurra. Ottima anche la risposta del pubblico che ha riempito la tribuna dello stadio per assistere alla partita tra le vecchie glorie.

Ecco alcuni commenti dei presenti.
Marcello Lippi parla del suo periodo nella Carrarese, quando nel 1988-89 guidò la squadra azzurra: «Sono contento di essere qui per il centenario della Carrarese. Non potevo proprio mancare e sono felice di essere stato invitato. Posso proprio dirlo: la Carrarese mi ha lanciato verso la Serie A. Walter Devoti (attuale direttore generale della Carrarese ndc) ha creduto in me fin dall’inizio e ha fatto di tutto per avermi qui. Fra noi c’è sempre stato un rapporto bellissimo». A chi gli ha chiesto quale sia un segreto del suo successo Lippi ha risposto: «Voi una grande risorsa per vincere ce l’avete già: è l’entusiasmo, il calore che oggi ha riempito lo stadio. Ricordo la mia esperienza a Carrara come un periodo bellissimo. Allenavo in una società seria, con strutture che per l’epoca erano all’avanguardia. Adesso una società seria c’è ancora, le strutture sono migliorate e quindi chi lavora nell’ambiente azzurro non può che essere contento. Anche i risultati, sono sicuro, arriveranno: l’importante è fare programmi».<

Parole d’amore per la Carrarese (e non poteva essere altrimenti) arrivano anche da Corrado Orrico. Il tecnico,quest’anno sulla panchina del Prato, è spesso poco incline ai sentimentalismi, ma in una giornata come questa anche “l’omone di Volpara” si lascia andare: «Voglio dirlo una volta per tutte: io a questa squadra devo molto. Non sono io ad aver fatto grande la Carrarese, ma è la Carrarese ad avermi formato e ad aver scritto, in buona parte, la mia storia. Il presidente con cui mi sono trovato meglio? Sicuramente Gianfranco Cecchinelli. Con l’ultimo che ho avuto in casa azzurra, Maurizio Fontanili (stagione 2006-07 sfociata nelle dimissioni di Orrico a gennaio ndc), non ci siamo proprio presi, non sono riuscito ad instaurare un rapporto. Lui è persona molto intelligente, l’ho detto e lo ripeto, ma forse tutti e due abbiamo un carattere troppo difficile». Sul momento non proprio felicissimo della squadra, Orrico dice: «Nel mondo del calcio ci sono momenti difficili, questo gli addetti ai lavori lo sanno bene, ma questi momenti non devono gettare ombre su cento anni di storia». Il tecnico parla anche del calcio di serie A, partendo proprio dall’Inter, ambiente che Orrico conosce bene, avendo allenato i neroazzurri nel 1991-92, anche se per poco tempo: «Mourinho? E’ uno che parla diretto. Dice le cose come stanno, senza usare il politichese. Esprime magnetismo anche con i calciatori: la sua è una grande Inter. La cosa più importante però è che questo allenatore ha riportato nel calcio il rispetto per il lavoro e la disciplina, non esitando a mandare in tribuna anche i grossi nomi». Ce n’è anche per Antonio Cassano: «Ha ragione Lippi a non convocarlo. E’ un calciatore di grande talento, ma sopra le righe e la Nazionale ha bisogno di equilibrio». Qualcuno chiede notizie sulla leggendaria villa di Volpara? «E’ una casa troppo grande. Ci sono decine di stanze ed io sono rimasto solo. L’ho messa in vendita da tempo, ma chi vuole che la compri? Un giorno è arrivata una signora russa e mi ha detto: “Lei deve abbassare il prezzo” e io le ho risposto: “E lei deve alzare i tacchi e andarsene”».

Tantissimi poi i commenti di quanti in campo o dietro una scrivania hanno dato tutto per questa maglia.

Antonio Ponte, presidente nell’amara stagione 2002-03 finita con la retrocessione in C2: «Ho dei ricordi incredibili di Carrara, nonostante la mia avventura sia finita male. Negli occhi ho ancora quel successo contro lo Spezia (1-0 gol di Banchelli al 21′) e una tifoseria che meritava la serie B. Se un domani tornerò? Mai dire mai, se ci fosse un progetto serio, sarei pronto a riprendere in mano la situazione».
Walter Devoti, dirigente della Carrarese da 25 anni, vera e propria bandiera azzurra: «E’ un momento bellissimo. La Carrarese per me è stato un punto di arrivo e a rivedere certa facce mi vengono i brividi. L’anno più bello? Il 1987-88 (C2), fu un campionato incredibile nel quale partimmo male e arrivammo primi (tanto per cambiare con Orrico in panchina ndc)».
Giancarlo Guerra, ex dirigente: «E’ un onore essere qui per festeggiare il centenario della Carrarese e rivedere giocatori che hanno fatto la storia. Per me il numero uno è stato Orrico, il quale ha scritto capitoli indelebili di storia gialloazzurra».

Fra gli ex giocatori:

Gian Cesare Discepoli: «Con Carrara ho un legame profondo e rivedere vecchi amici e persone così fa sempre un certo effetto».
Fabrizio Bobbiesi: «La mia emozione più grande è stata quando mi hanno detto che sarei andato a giocare a Carrara. Per me era il massimo, visto che questa piazza ha sempre avuto qualcosa di unico e speciale».
Gian Marco Remondina: «E’ semplicemente incredibile. Carrara è qualcosa di unico e solo chi ha giocato lì può descriverlo».
Gabriele Savino: «E’ un piacere tornare in un posto leggendario e unico come Carrara. Ho sempre negli occhi l’annata 1982-83: eravamo una compagine fortissima e ho il solo rammarico di non aver conquistato la serie B (quell’anno però si vinse la coppa Italia di serie C)».
Chicco Lombardo: «Mi sembra di tornare indietro di vent’anni. E’ tutto così incredibile. Carrara è speciale, nella mia carriera non sono mai stato in una piazza migliore».
Marco Taffi: «E’ come tornare a casa. A Carrara non ho solo giocato, ma ho anche vissuto gli anni più belli della mia vita. Non riesco a trattenere le emozioni».

Nel corso delle celebrazioni è stato poi presentato il libro sulla storia della Carrarese scritto a sei mani da Maurizio Becherucci, Massimo Braglia e Gualtiero Magnani (col repertorio statistico di Claudio Merli) e intitolato “Cuore azzurro” (Sea editrice, prezzo di copertina 30 euro).

09/12/2008 14:07 – Modificato a luglio 2013