Carrarese – Sudtirol, le interviste degli azzurri

Mister Gian Marco Remondina: «Prendere gol in undici contro dieci può ammazzarti psicologicamente, invece i ragazzi hanno reagito nel modo migliore. Carrarese_logo 1Abbiamo pareggiato, ma abbiamo avuto pure lo spirito di andare a vincere. C’è ancora da migliorare tantissimo su tante cose, ma lo spirito è stato giusto ed è su quello che io punto forte. Sin dal primo giorno avevo chiesto ai miei di rimanere in undici in campo perché è un primo passo per vincere e poi avevo detto che chi entra in corso deve cambiare la partita. Io tengo in considerazione tutti i giocatori, quindi tutti devono tenersi pronti». Una Carrarese che in dieci minuti è riuscita a riconquistare il suo pubblico. «Ho sempre sostenuto che non è il pubblico a dover portare avanti una squadra, ma il contrario. La squadra deve far vedere qualcosa d’importante soprattutto sotto l’aspetto dell’impegno e del cuore. Oggi Merini è arrivato al 95′ stremato dall’impegno. Un plauso per lui. L’atteggiamento è quello giusto ed è quello che mi piace avere da tutti. La doppietta di Ademi? Era entrato male a Busto Arsizio per una gomitata che lo aveva frastornato. Oggi invece è entrato nel modo giusto e si è fatto trovare pronto nelle occasioni che gli sono capitate. Bisogna dar merito anche a tutta la squadra. Alla fatica che hanno fatto Beltrame e Mancuso. Il lavoro di Merini, o di Calvi a centrocampo, di Dettori, di tutti. Quando si vince il merito va condiviso con tutti i giocatori». C’è spazio anche per la dedica di questa vittoria alla famiglia Geroni: «Il ragazzo aveva fatto una partita incredibile a Busto Arsizio e poi ha avuto questa disgrazia. Mi dispiace tantissimo. Geroni ha reagito molto bene negli allenamenti in settimana, anche in partita è andato bene. Chiaramente per lui è stata una settimana particolare».

Fatih Ademi: «Sono contentissimo anche perché grazie a questa doppietta la squadra ha portato a casa una vittoria importantissima che ci consente di avere piu fiducia per il futuro. Sui gol nel primo è stato bravo Mancuso a mettere un cross praticamente perfetto, sul secondo c’è stata una mischia strana, ho visto la palla e ho tirato in porta. Quando ho visto la palla entrare, beh, nemmeno ci credevo e mi pareva di sognare». Un sogno pero’ maturato grazie al grande lavoro: «Non vi potete nemmeno immaginare – afferma Ademi – come sia stato difficile il passaggio dalla serie D alla C1. Nei professionisti cambia tutto, il modo di allenarti, soprattutto la tattica e non è facile imparare. Poi sono stato condizionato da diversi problemi fisici che non mi hanno consentito di esprimermi al meglio. Ma ero convinto che prima o poi toccasse anche a me una chanche. A Busto Arsizio ho fatto una pessima partita, condizionata da una gomitata che ho preso appena entrato, beh questa volta direi che è andata bene». Una dedica per il gol? «Direi prima di tutto alla mia famiglia che mi è sempre stata vicino. Adesso devo continuare cosi impegnandomi e lavorando giorno dopo giorno».

Il dg Sandro Turotti: «Due anni fa alcuni addetti ai lavori mi avevano parlato di questo giovane ragazzino che stava facendo grandi cose nell’Eccellenza lombarda. Ho deciso di seguirlo da vicino lo scorso anno con il Darfo Boario e mi sono da subito convinto che poteva fare al caso della Carrarese. Noi l’abbiamo preso in ottica della serie C2 poi c’è stato il ripescaggio ed è chiaro che lui ha fatto un po’ di fatica perché ha dovuto affrontare un doppio salto di categoria e oltretutto è stato condizionato pesantemente da alcuni infortuni. Ora ce lo godiamo, ma è chiatro che deve ancora lavorare sodo e non montarsi la testa. Credo che la Carrarese abbia disputato un buon primo tempo tenendo testa a una compagine come il Sudtirol che a inizio anno era stata costruita per arrivare tra i primi cinque posti. Poi è arrivato questo gol preso in contropiede con l’aria che si era fatta pesante. Sembrava un copione già scritto e invece c’è stata una grande reazione della squadra che ha portato nel giro di cinque minuti a un uno-due micidiale. Finalmente siamo riusciti a vincere di nuovo in casa con un successo sofferto e rocambolesco che pero fa ancora più piacere. Come ho detto dopo Busto Arsizio non siamo fenomeni ora, non eravamo brocchi prima. Siamo una squadra che puo arrivare dal settimo al dodicesimo posto, se saremo bravi potremo arrivare settimi o giu di li, altrimenti piu giù. Ma non ultimi». Quindi tutto fuorchè quel che disse Braghin, “una squadra di C2 che gioca un C1”: «La sua fu un’uscita infelice, ammise pure lui l’errore e sono sicuro non volesse dire una frase del genere. Voleva dire che siamo una squadra giovane e che serve pazienza con i giovani. L’esempio è Ademi, sembrava un oggetto misterioso, ora la copertina è sua».

Diego Vannucci: «E’ stato bello tornare a giocare». Racconta Diego. «Personalmente avevo tanta voglia di rientrare, mi è dispiaciuto tantissimo stare fuori quasi due mesi per un problema avuto in allenamento. Fortunatamente grazie all’aiuto dei medici, dei massaggiatori, di Andrea Batella e del suo centro Fisiorehab sono riuscito a migliorare. Ringrazio anche Gigi Buffon che mi ha dato la possibilità di avere un consulto da parte del dottore della Juventus Gianluca Stesina a Torino. Stiamo seguendo il suo programma di riabilitazione e grazie a lui sono riuscito ad allenarmi con la squadra. Adesso godiamoci la vittoria, ma da martedì ci sarà da pensare solo alla trasferta di Cremona e spero di potermi allenare tutti i giorni ed essere a disposizione». Cos’è cambiato nello spogliatoio dall’arrivo di Remondina? «Prima di tutto voglio ringraziare mister Braghin, perché sono state dette delle cose non tanto belle sul suo conto. Io parlo da giocatore e credo che anche i miei compagni la pensino come me. Lo ringraziamo. Se è stato mandato via, non è solo colpa sua, ma soprattutto colpa nostra, perché siamo noi a giocare in campo. Riguardo al nuovo mister, ogni allenatore ha il suo modo di vedere il calcio e di allenarsi. Posso dire che Remondina è un allenatore, come dicono tutti, “Scuola Orrico”. Con lui abbiamo lavorate tante ore sul campo per curare ogni dettaglio e personalmente mi ci trovo molto bene, perché a me piace tanto lavorare. Penso che lui ci possa aiutare a migliorare e a risollevare la nostra classifica che non è ancora buonissima. La Cremonese? In serie C se hai organizzazione, voglia di fare e fame te la puoi giocare con chiunque. Sappiamo che loro sono uno squadrone, però noi siamo carichi di entusiasmo dopo queste due vittorie e vogliamo andare a Cremona per giocarcela alla pari».