Inter-Livorno nel ricordo di Armando Picchi

Un uomo ed un atleta eccellente. Il personaggio più noto che lega Inter e Livorno è Armando Picchi, le cui giocate hanno contribuito a scrivere la storia migliore del calcio italiano.

armando picchiL’ultima partita disputata in amaranto fu nella stagione 1958/59: il Presidente della Spal lo volle con sé, portando via un altro pezzo di Livorno, Costanzo Balleri. Un campionato da terzino destro e poi via all’Internazionale, dove Herrera lo provò e lo volle in via definitiva come libero. Oltre duecentocinquanta presenze, tre scudetti vinti, due coppe dei campioni e due intercontinentali. Numeri da grande campione quale era Armandino (così era soprannominato dagli amici livornesi), a cui fanno da cornice i ricordi di una carriera a cinque stelle: uno tra i tanti, il gol decisivo segnato in uno dei  derby con il Milan. Nel 1964 fece il suo esordio in nazionale; mentre, nel 1968, arrivò a Varese da allenatore-giocatore. Nello stesso anno, fu richiamato ad indossare la casacca azzurra ma un infortunio, gli impedì di partecipare agli Europei. Dopodiché, una volta appesi gli scarpini al chiodo,  tornò a Livorno, a guidare gli amaranto.

Nel 1970, prima che la malattia lo strappasse all’affetto dei suoi cari, approdò sulla panchina della Juventus. Aveva trentacinque anni. Una carriera brillante da calciatore alle spalle e un futuro da grande allenatore.  Dal 1990 lo stadio di Ardenza è dedicato a questo grande campione livornese e di tutto il calcio italiano.

Di seguito, riportiamo le parole dello stesso Armando, scritte nel 1968, per il mensile “Lo Sport” e pubblicate nel volume “1915-2005 Le più belle pagine degli amaranto” di Carlo Quercioli e Bruno Damari. “Ora che sono quasi al termine della mia carriera agonistica posso dire francamente che mi sono rimasti nel cuore due colori, a prescindere da quello azzurro: l’amaranto e il nerazzurro, anche se in un ritorno di amore senile, sto affezionandomi anche al rosso (del Varese). Il primo è proprio il mio…primo amore”. “Ero uno sgobbone in campo…Andai a Ferrara insieme a Balleri e là trovai degli amici carissimi… Anche adesso che indosso la maglia del Varese, seguo l’Inter e il Livorno con affetto e apprensione…”

da livornocalcio.it