STORO – Da difensore solido e affidabile sui campi di Serie A e B a punto di riferimento silenzioso ma prezioso nello staff tecnico amaranto. La parabola di Luca Antei è quella di chi ha saputo trasformare una battuta d’arresto in una nuova opportunità, rimanendo fedele alla propria passione: il calcio. Oggi, a 33 anni, è uno dei collaboratori più stretti di mister Cristian Bucchi, con cui condivide non solo un passato da compagni di squadra e di spogliatoio, ma anche una visione comune del lavoro e del gruppo. Antei ha raccontato il suo percorso, ai microfoni di Amaranto Channel – con la consueta lucidità e umiltà. “Con mister Bucchi ci siamo conosciuti ai tempi di Sassuolo e Benevento. Dopo aver dovuto smettere di giocare per problemi fisici, mi ha proposto di entrare nel suo staff. Ho accettato con entusiasmo: era il modo migliore per restare nel mondo del calcio”.
Un ritorno non scontato, arrivato dopo un periodo di riflessione e distacco:
“All’inizio è stata dura. Ho staccato completamente per sei-otto mesi, ma poi la voglia è tornata. Fortunatamente ho avuto la possibilità di ripartire proprio con Bucchi. Siamo uno staff unito e affiatato”.
Tra campo e spogliatoio, tra staff e calciatori, molti dei quali sono suoi coetanei:
“Ho 33 anni, e ci sono giocatori in rosa della mia stessa età. Con alcuni, come Dezi o Chiosa, ho anche giocato insieme. Il segreto è essere naturali: se sei te stesso, non sbagli mai”.
Una figura discreta ma centrale nella gestione quotidiana del gruppo, soprattutto in una rosa ampia e competitiva:
“Serve equilibrio, capacità di tenere tutti coinvolti. Ma abbiamo a che fare con ottimi ragazzi, prima ancora che ottimi calciatori”.
E proprio sul tecnico amaranto, Antei spende parole che raccontano molto del clima che si respira all’interno dello spogliatoio:
“La sua qualità più grande? L’umanità. Se deve dirti qualcosa, anche in modo diretto, lo fa. Ma il giorno dopo è tutto superato. È spontaneo, sincero, e questo crea un clima di fiducia. L’unica cosa che non tollera è la mancanza di atteggiamento: l’errore tecnico ci sta, ma l’impegno non deve mai mancare”.