Il Polissya spaventa la Fiorentina. Qualificazione ok dopo un primo tempo da brividi

Serata di sorprese al Mapei Stadium, dove la Fiorentina di Pioli si presenta con il “tesoretto” dell’andata ma va subito in tilt contro un Polissya Zhytomir spavaldo e coraggioso. Solo nella seconda metà del secondo tempo i viola riescono a raggiungere la qualificazione che sembrava quasi certa, almeno fino al quarto d’ora del primo tempo.

La Conference League si trasforma in palcoscenico di emozioni forti, con gli ucraini che segnano due volte nei primi quindici minuti e costringono la Viola a una prima frazione di sofferenza inaspettata .

Nazarenko, lampo subito: Fiorentina sorpresa

C’è atmosfera europea ma non al Franchi, chiuso per lavori. Il cronometro scorre appena al 2’: Comuzzo si fa ingannare dalla pressione, regala palla a Nazarenko che ringrazia e trafigge De Gea nella porta spalancata. Una doccia gelata, l’1-0 ospite zittisce la tribuna viola ancora incredula e imprime la svolta tattica al match. Polissya tiene alti i ritmi, schiaccia i padroni di casa nella loro metà campo e fa capire che il secondo episodio della saga playoff sarà tutt’altro che una formalità .

Andriievskyi, eurogol da cineteca: è 0-2!

La vera magia arriva al 14’, quando la difesa gigliata si salva su un cross dalla destra ma nulla può sul sinistro di Andriievskyi: una coordinazione perfetta, palla sotto l’incrocio, inarrivabile per De Gea. Ecco l’eurogol che fa tremare ancora una volta la Viola e che spinge il Polissya a sognare la rimonta: 0-2 e partita che si fa subito in salita .

Reazione timida, Dodo il più vivace

La Fiorentina prova a risalire la china, Mandragora e Dzeko cercano il bandolo della manovra ma è Dodo ad accendere la scintilla con qualche bella giocata sulla fascia, guadagnando punizioni preziose e costringendo la difesa avversaria agli straordinari. Ndour ci prova di testa su corner, Fazzini spinge sul centrodestra, ma il portiere Kudryk risponde presente — a volte goffo, sempre efficace: nel finale si oppone con i pugni e con qualche parata a testimoniare la serata di grazia .

Polissya vicino al tris, Viola sterile

Gli ospiti non si accontentano: Filippov sfiora il terzo gol di testa, Comuzzo e Pablo Marì costretti agli straordinari. La Viola non riesce ad affondare, nonostante qualche tentativo con Dodo e il pressing finale su angolo, il muro ucraino regge. Al 45’ il primo giallo della gara, che chiude una frazione dove la Fiorentina dovrà ritrovare subito identità e convinzione. Parziale 0-2, fiato corto e tanta pressione per Pioli: per ribaltare la serata serve una reazione di carattere, perché il Polissya — squadra “operaia” ma dalla grinta feroce — ha appena dimostrato che in Europa nessuna partita è mai davvero chiusa.

Il secondo tempo

Due cambi all’intervallo per Stefano Pioli che prova a lanciare un segnale ai suoi: esce Fabiano Parisi ed entra Robin Gosens assieme a Gudmnonsson.

Palo di Fazzini al 54°, un vero peccato per un’azione da applausi tutta palla al piede ma finita con un sinistro fin troppo delicato per il gol che avrebbe chiuso le speranze ucraine che invece continuano a provarci. Pioli intanto cerca di trovare le soluzioni per tranquillizzare una partita dove la paura vince nei passaggi dei suoi: al 65° Sohm per Mandragora e Pongracic per un (deludente) Comuzzo. Un minuto dopo una bella incursione di Gudmnsson è preziosa per Fagioli, tiro respinto in area. Troppo poco per segnare. Migliore il cross di Dodò per la testa di Fazzini, facile presa per il portiere ospite. Più difficile la respinta di pugni di De Gea al 74°, sintomo di una partita completamente sbagliata da Pioli e dai suoi. Ci pensa Dodò però a mettere in ghiaccio la qualificazione, le polemiche continueranno ma senza il suo gol su assist di Gosens gli ultimi dieci minuti sarebbero stati un processo in diretta. Niente di tutto questo, per una volta. Anche se per il quarto anno di fila la Fiorentina è riuscita a qualificarsi alla fase finale solo con il brivido. Arriva anche il pareggio con Luca Ranieri che aveva appena sostituito Viti: il tempo di piazzarsi in area piccola e mettere nel sacco l’angolo dalla destra. Non si fa in tempo a scrivere 2-2 che Dzeko segna il 3-2: finisce con una sconfitta che, onestamente, gli ucraini non meritavano. Ma il calcio è così.

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