Capo Delegazione della Nazionale, la nuova vita di Gianluigi Buffon

L’annuncio di sabato scorso

Gianluigi Buffon ha scelto l’Azzurro per iniziare una nuova carriera nel calcio: dopo aver annunciato nei giorni scorsi il ritiro dal campo, sarà il nuovo Capo Delegazione della Nazionale, il ruolo rimasto vacante dopo la scomparsa, a gennaio, di Gianluca Vialli.

Buffon, primatista di presenze in Nazionale (176), ha sciolto le riserve questa mattina, accettando la proposta ricevuta nei giorni scorsi dal Presidente della FIGC Gabriele Gravina: da settembre sarà di nuovo nel gruppo Azzurro, atteso dalle sfide con la Nord Macedonia (sabato 9 settembre, National Arena Todor Proeski, Skopje, ore 20.45) e Ucraina (martedì 12 settembre, Stadio “G. Meazza”, Milano ore 20.45) nella corsa verso EURO 2024 Germania.

“È un grande giorno per la Nazionale italiana – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – perché Gigi torna a casa. Buffon è un’icona del nostro calcio e una persona speciale. La sua passione, il suo carisma e la sua professionalità saranno determinanti per scrivere una nuova pagina entusiasmante di questo straordinario racconto d’amore che è la maglia Azzurra. Sono personalmente molto soddisfatto perché riportarlo nel Club Italia, coinvolgerlo nel nostro progetto, era un mio obiettivo da diverso tempo.  In lui vedo le qualità di un dirigente di alto profilo e in FIGC può iniziare il secondo tempo della sua vita nel mondo del calcio. L’augurio che gli rivolgo è di viverlo con le stesse soddisfazioni che hanno costellato la sua carriera da calciatore”.

L’ultima recita in Azzurro: Buffon a Manchester contro l’Argentina, marzo 2018 – Foto di e su figc.it che ne detiene tutti i diritti, condivisione per solo uso editoriale dal comunicato stampa

“Torno in Nazionale – commenta il neo Capo Delegazione della Nazionale Gigi Buffon – perché quel bambino che trent’anni fa varcava per la prima volta il cancello di Coverciano ha ancora voglia di sognare e di vivere questo sogno insieme ai tifosi italiani. Fin dal primo contatto di questi ultimi giorni con il Presidente Gravina e poi con Mauro Vladovich avevo già deciso di dire di sì, ma abbiamo dovuto verificare alcuni aspetti tecnici; la Nazionale viene prima di tutto e niente mi avrebbe impedito di tornare a casa. La maglia Azzurra – prosegue Buffon – è sempre stata parte della mia vita: l’ho indossata con orgoglio e onorata con impegno, mi ha regalato emozioni uniche, ho pianto quando abbiamo vinto il Mondiale e quando non siamo riusciti a qualificarci. Ho avuto il privilegio di poter essere l’unico portiere in 113 anni a poter vestire l’Azzurro, oltre ai vari colori delle maglie da portiere ed è stato un omaggio che ho apprezzato moltissimo. Il rapporto con la Nazionale dall’Under 15 alla Maggiore è stato viscerale: ogni convocazione, ogni allenamento, ogni partita, tutto è stato speciale, perché in quei momenti senti di essere lì a rappresentare la tua Nazione, la tua gente, e quella immensa responsabilità mi ha sempre dato la forza per non mollare e per rialzarmi dopo ogni caduta.

Mi metterò subito a disposizione di Roberto Mancini e del gruppo – spiega ancora Buffon – entrando in punta di piedi, perché ho sempre pensato che in Nazionale non contano le medaglie che hai sul petto ma l’impegno, il sacrificio, la disponibilità verso i compagni e lo staff che sei disposto a mettere giorno per giorno. E queste caratteristiche mi appartengono da sempre e mi accompagneranno anche fuori dal campo. Essere al posto che è stato per anni di Gigi Riva, un esempio come uomo e come calciatore, è un onore e oggi sarà la prima persona con cui parlerò per avere da lui qualche suggerimento. Poi ovviamente sentirò anche il CT con il quale ci vedremo appena possibile. Anche se mi ha segnato il gol più bello della sua carriera, o quasi, a Parma (Parma – Lazio, 17 gennaio ’99, il gol di tacco per il momentaneo 1-2, poi sarà 1-3 ndr), ma l’ho già perdonato, sono una persona di grandi sentimenti!”.

Oggi – conclude Gigi –  mi piace infine ricordare tre persone che credo sarebbero felici di questa scelta: Gianluca, che mi ha preceduto in questo ruolo; Davide, che con me e Daniele ha passato tanti giorni in Nazionale; Spazzolino, una persona buona tra i primi ad accogliermi a Coverciano”.

APPUNTAMENTO A COVERCIANO. Il 4 settembre Gigi Buffon varcherà di nuovo il cancello del Centro tecnico Federale di Coverciano, che per lui è come tornare casa, tanti i giorni e le notti passate qui, e anche il legame con tutti coloro che lo hanno accompagnato nel corso degli anni.

La prima volta che entrava nella Casa delle Nazionali, stagione 1992 – 93, era una giovane promessa, destinata a bruciare le tappe nelle Giovanili, tanto da passare in 2 anni e mezzo all’Under 21  (Cesare Maldini lo farà esordire a 17 anni e 11 mesi), per poi scrivere la storia e i record principali della Nazionale Maggiore, vincere un Mondiale, sfiorare un Pallone d’Oro, partecipare a 5 Mondiali e chiudere in lacrime la partita che, il 13 novembre 2017, gli impedì di diventare l’unico calciatore della storia a giocarne 6.

Per la prima volta dopo 30 anni, però, Buffon non avrà con sé le scarpe da calcio: appese al chiodo qualche giorno fa, lasceranno il posto nel trolley alla divisa della Nazionale, quella che vestirà da Dirigente federale, per la precisione Capo Delegazione degli Azzurri.

Ruolo che dovrà riempire di significati, sulla base del mandato del Presidente Gravina e del rapporto che saprà costruire con il CT Roberto Mancini, lo staff tecnico, i calciatori, lo staff organizzativo, ma anche con i Media ed i Partner. Perché il Capo Delegazione è il punto di riferimento per i calciatori, soprattutto i più giovani; il custode dell’identità, dei valori e della storia della Nazionale; una figura in grado di supportare il Ct nella gestione del gruppo fuori dal campo ed essere da esempio per tutti; il rappresentante della Squadra e della Federazione, in assenza del Presidente, nelle occasioni ufficiali.

Un ruolo che per Buffon non sarà del tutto nuovo: per gli anni condivisi in Nazionale con Gigi Riva, per quelli vissuti con i gradi di Capitano, per quello che Gianluca Vialli, Capo delegazione che lo ha proceduto fino alla scomparsa nel gennaio scorso, ha lasciato nei cuori e nella memoria di tutti i tifosi Azzurri.