Cutolo a Rai Radio 1 Sport: “L’Arezzo cresce con idee, umiltà e condivisione. Vogliamo essere competitivi fino in fondo”

Dal campo alla scrivania, con lo stesso spirito combattivo e la stessa fame di calcio. Aniello Cutolo, oggi direttore sportivo dell’Arezzo, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio 1 Sport, raccontando il percorso della squadra amaranto, il progetto tecnico condiviso con il presidente Manzo e mister Bucchi, e la sua evoluzione personale da calciatore a dirigente.

«Un po’ di scaramanzia ce l’ho, da buon napoletano – ha esordito Cutolo – ma è innegabile che la partenza sia stata importante. Siamo umili e concentrati sull’obiettivo, consapevoli del percorso che abbiamo intrapreso ormai da due anni. Abbiamo voluto costruire un gruppo solido».

Il DS ha poi commentato il successo per 3-0 sul campo del Ravenna, definito dai conduttori “uno spartiacque” della stagione: «Vittorie come quella di Ravenna aiutano a rafforzare l’autostima e la consapevolezza. Il girone è molto competitivo, ci sono squadre attrezzate come Ascoli, Ravenna, Ternana, che affronteremo sabato».

Sul contributo di mister Bucchi: «Sta dando un’impronta forte alla squadra e alla sua crescita. Sta costruendo qualcosa di solido. Non siamo lì per caso: c’è programmazione, c’è lavoro, c’è una squadra che sa cosa vuole».

Cutolo ha poi raccontato il suo passaggio dal campo alla scrivania: «È un ruolo che vivo con entusiasmo. L’altro giorno riflettevo sul fatto che oggi, da direttore, mi godo meglio una vittoria rispetto a quando ero in campo. Ma nulla è scontato: è un lavoro condiviso ogni giorno con tutta la struttura, dal presidente al magazziniere. Ognuno porta il suo contributo. Accetto gli errori e le critiche con umiltà, cercando sempre di dare supporto ai ragazzi. Questo gruppo ci rende orgogliosi: abbiamo 23-24 giocatori coinvolti, ed è questa la forza che ci rende competitivi».

Sul legame con Arezzo e sul futuro: «Questa è una piazza che ti forma e ti fa crescere. Ho avuto la fortuna di chiudere qui la carriera e di iniziare il mio percorso da dirigente. Il presidente Manzo mi ha dato fiducia e insieme ci siamo prefissati obiettivi ambiziosi. Lui stesso, in sei anni, ha compiuto investimenti importanti e moltissimi sacrifici. Dobbiamo portare avanti il suo entusiasmo e cercare di regalargli soddisfazioni. Il nostro lavoro si basa su condivisione, trasparenza e fiducia reciproca, sia con il presidente che con il mister. È questo che ci permette di restare uniti e coerenti con le linee guida che ci siamo dati».

Infine, un ricordo personale: «Ho mosso i primi passi nel quartiere di Soccavo, a Napoli, sul campo Paradiso, dove hanno giocato Maradona e tanti altri. Resta un luogo simbolico per chi, come me, è cresciuto per strada e ha trovato nel calcio una via sana e formativa».