Lazio-Fiorentina: ancora una volta polemiche nella vittoria della squadra di Inzaghi

Se all’andata le polemiche furono molte, tra Lazio e Fiorentina al ritorno sono perfino di più. A livello di cronaca i viola hanno dal canto loro il poter dire di averla potuta vincere per gran parte della gara. Dopo la scialba prova col Brescia, infatti, la squadra di Iachini ha giocato bene guidata da un Ribery devastante finché non ha finito la benzina. Il gol realizzato al 25’ è da rivedere mille volte: tre giocatori mandati al bar (Patric, Parolo e Acerbi, quest’ultimo con una finta deliziosa), il rammarico emerge dalla parata di Strakosha su Castrovilli e dalla traversa spaccata dal sinistro di Ghezzal, sostituto dello squalificato Chiesa. Eravamo ancora sullo 0-1, probabilmente la storia sarebbe stata diversa. Anche se coi “però”. non si scrivono i campionati.

Al 18′ pericolosissima la Lazio: gran tiro di Jony e super parata di Dragowski. La Lazio preme e trova il pari al 21′ su rigore per un intervento di Dragowski su Bastos. Protesta con veemenza il portiere viola, ma Fabbri è irremovibile, non va al VAR e Immobile segna come sempre dal dischetto.

Ci prova ancora la viola con Ghezzal con un diagonale fuori di poco, poco dopo proteste viola per un intervento su Ribéry in area, ma Fabbri lascia correre. La parola fine arriva al 38′ quando Luis Alberto infila Dragowski dopo un controllo sbagliato di Igor.

I viola premono, entrano anche Sottil e Pulgar, ma il pari non arriva. Anzi, viene espulso Vlahovic per una gomitata vista dal Var. Var che entra in funziona solo in questa occasione. Peccato. Pradé su DAZN, però, spiega tutto al meglio: “Gli episodi l’hanno determinata: espulsione di Bastos non data, rigore per la Lzio dubbio e ce ne era uno su Ribery. Come fa a non essere espulsione quella di Bastos? Usciamo senza un punto quando anche il pareggio ci stava stretto, siamo in una situazione non facile, i giocatori si deprimono. Sul rigore va giù prima, perché Fabbri non va a rivederlo? E’ in caduta prima che Dragowski arrivasse. Amarezza è la parola giusta anche per dare qualcosa ai ragazzi, non meritavano proprio di perdere. Chi dorme stanotte? Nessuno perché abbiamo fatto una grande partita, una gran parata di Strakosha, una traversa di Ghezzal…“.