Fiorentina-Lecce, un caso da Dr. Jekyll and Mr. Hyde

C’è da chiedersi cosa sia successo allo stesso undici titolare che nel primo tempo ha visto stamparsi sul palo il gol di un meritato 3-0 e quello che nella ripresa ha fatto pareggiare un Lecce che ha concretizzato al meglio le due azioni nate da errori dei viola.

Costa caro un errore di Arthur

Impossibile credere che un simile canovaccio riesca a essere una costante della Fiorentina, eppure c’è poco da aggiungere se non la cronaca. Primo tempo dominata dai padroni di casa, in vantaggio alla prima occasione su azione d’angolo: Nico Gonzalez vola più in alto di tutti, ancora una volta, beffando Falcone come sabato scorso a Marassi. Applausi per il 2-0: azione corale con il raddoppio di Duncan in tuffo dopo un bello scambio tra Beltran e Arthur.

A fine del primo tempo lo stesso Duncan sfiora il 3-0 su suggerimento di Nico Gonzalez ma la palla si stampa sul palo a portiere battuto.

Sembrava una partita facile, il secondo tempo dimostra che – come a Vienna – la Fiorentina è capace di andare sotto psicologicamente alla prima difficoltà. Bastano 4 minuti, errore di Arthur e Rafia si avventa sulla palla e piazza il destro all’incrocio, imparabile per l’esordiente Christensen. I viola diventano leziosi, financo nervosi, e alla seconda occasione ospite subiscono ancora: traversone di Banda, Krstovic salta tra Parisi e Quarta mettendola alle spalle di Christensen. Nella modestia del gioco anche l’arbitraggio ci mette del suo: Nzola lavora palla per Mandragora, sinistro alto, Caputi vede un tocco di mano e indica il dischetto. C’era fuorigioco, dice il VAR.
Nel recupero, otto minuti, Kouamé va vicino al 3-2 di testa ma la palla deviata (senza essere vista dalla terna) esce a fil di palo. Troppo poco per meritare di vincere. E giovedì il Rapid sarà un test da dentro e fuori…

Fiorentina-Lecce 2-2, le pagelle dei viola

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